Il cervo è stato fin dalla notte dei tempi dell’umanità un animale sacro, lo si può difatti ritrovare in tombe paleolitiche perché ritenuto capace del potere della resurrezione e più tardi anche accostato alla figura del Cristo, forse perché è un animale dall’aspetto regale con questo grande palco di corna, ma che è mite e timido stando sempre a sentire ogni minimo rumore nella foresta.
Nella mitologia greca l’animale è associato ad Apollo ed ancora di più ad Artemide, figlia di Zeus e sorella di Apollo. Il mito di Atteone, il principe tebano, ne è la dimostrazione. Si narra infatti che questo principe vide la vergine e casta cacciatrice nuda e se ne vantò con gli amici. A questo punto Artemide lo trasformò in cervo e lo fece sbranare dalla sua muta di cinquanta cani. Questa scena è stata scolpita nella fontana della Reggia di Caserta, ma abbiamo anche altre opere come sculture e dipinti che la ritraggono.
Anche la figura di Eracle è accostata a quella del cervo nella sua terza fatica, rincorrendo la cerva di Cerinea per un anno intero, spingendosi fino nella terra degli Iperborei, catturandola.
Nella tradizione celtica il cervo, insieme al cinghiale, è una specie boschiva sacra, considerato capace di passare da questo mondo al Sidh, l’Oltremondo celtico. Troviamo anche Cernunnos, il dio cervo associato alla fertilità ed alla riproduzione. Nel pensiero celtico difatti le corna del cervo sono interpretate come alberi che a primavera rinascono e d’autunno cadono, quindi rappresenta il ciclo delle stagioni e della vita.
Nella visione cristiana abbiamo l’animale che viene simboleggiato con il Cristo, come si può evincere da un passo della Bibbia, esattamente dal salmo 42 di David, “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?“. In alcune raccolte sugli animali, i cosiddetti bestiari come “Il Bestiario di Cambridge” o “Il Bestiario moralizzato di Gubbio“, il cervo si ciba del serpente e del suo veleno e poi si va a dissetare alla fontana che lo ringiovanisce e lo cura. In questo caso più che il Cristo viene simboleggiato il cervo con il peccatore cristiano, che per sfuggire dal diavolo e dal peccato, il serpente con il suo veleno, deve bere dalla fontana, che simboleggia Dio.
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