I Cipressi della Maremma Toscana

Ogni anno all’arrivo dell’estate amo fare delle belle gite nella campagna Toscana e mi hanno sempre affascinato quelle lunghe file di cipressi ai lati delle strade, come quella che mi ricorda la famosa poesia di Giosuè Carducci, “Davanti a San Guido“:

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e— Ben torni omai —
Bisbigliaron vèr’ me co ‘l capo chino —
Perché non scendi ? Perché non ristai ?
Fresca è la sera e a te noto il cammino…

Questo “duplice filar” di cipressi parte dall’oratorio di San Guido, fatto costruire dalla famiglia Della Gherardesca per ricordare l’antenato eremita e dopo ben quasi 5 Km arriva fino al castello di Bolgheri, contando ben 2540 piante.

Viale dei Cipressi

Il viale dei cipressi da San Guido a Bolgheri

Inizialmente il conte Guido Alberto non inserì i cipressi, bensì dei pioppi, piante che sopportavano bene il clima della Maremma Toscana. I pioppi se da un lato erano ottimi per la temperatura del luogo, avevano anche il pregio di essere molto gustosi ai numerosi capi di bufalo presenti nella zona, quindi si dovette soppiantarli con dei cipressi, nettamente meno appetibili ai ruminanti.
Carducci abitò a Bolgheri tra il 1838 ed il 1848 perché a suo padre, medico, venne affidata la cura delle genti della zona. La celebre poesia, invece, Giosuè Carducci la scrisse mentre percorreva in treno, molti anni dopo, il tratto della Ferrovia Maremmana, costruita nella seconda metà del XIX secolo, che passa proprio vicino al tempietto di San Guido. Lo scrittore ricorda:

…Non son piú, cipressetti, un birichino,
E sassi in specie non ne tiro piú.
E massime a le piante. — Un mormorio
Pe’ dubitanti vertici ondeggiò
E il dí cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò…

In verità durante il soggiorno di Carducci, i cipressi ancora non erano presenti tra il tempietto di San Guido e le Capanne, ma proprio a causa dell’estrema notorietà del luogo datagli dalla celebre poesia, il conte Ugolino fu costretto a sostituire i secolari ulivi ivi presenti con dei cipressi, creando il famoso viale di Bolgheri nella maniera in cui l’aveva immaginato il poeta.

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