La vita di un uomo che ebbe l’esistenza sotto il segno del viaggio in vari centri del Vecchio Continente, tratteggiando il profilo di un uomo dal pensiero e cultura di levatura europea, filosofo, teologo e dottore della Chiesa, Anselmo nacque ad Aosta nel 1033 o 1034 da una famiglia nobile. Il ragazzo era molto legato alla madre Eremberga de Ginevra, originaria della Borgogna, ed aveva invece dei duri contrasti con il padre Gondulfo de Candia, di origine longobarda, che impedì al giovane di entrare nel monastero aostano si Saint Benin, esercitando delle pressioni sull’abate del convento. Poco più che ventenne lasciò Aosta e si spostò secondo la tradizione dei clerici vagantes tra la Borgogna e la Normandia, alla ricerca dei più illustri maestri del tempo, per poi seguire le lezioni di Lanfranco di Pavia nel monastero di Santa Maria del Bec, di cui divenne prima priore e poi abate. Suo padre invece entrò nel convento che paradossalmente aveva negato al figlio.
Qui Anselmo compose le sue opere più conosciute, il Monologion (1076) ed il Proslogion (1077-1078) nelle quali dimostra l’esistenza di Dio.
Dopo vari viaggi in Inghilterra, nel 1093, subentrando a Lanfranco, viene eletto arcivescovo di Canterbury ed in questa veste sostiene una lunga lotta per le investiture dei vescovi con la corona inglese. Anselmo viene così esiliato prima da Guglielmo il Rosso e poi anche da Enrico I, viaggiando per Roma, Cluny, Lione e Chartres. Dopo questi periodi rientra a Canterbury dove muore nel 1109.
Nei cinque anni successivi il suo segretario e discepolo Eadmero completa la sua Vita Anselmi e nel 1163 Thomas Becket avanza la richiesta di canonizzazione, iscritto nel Catalogo dei Santi nel 1690, fu proclamato dottore della Chiesa trent’anni dopo da papa Clemente IX.
Anselmo non è ricordato solo come teologo, ma anche come filosofo, definito il padre della scolastica. Kant definì la sua dimostrazione dell’esistenza di Dio come la “prova ontologica dell’esistenza di Dio“. La ricerca della verità ha come fondamento la fede, ma questa da sola non è sufficiente, esige dimostrazioni e conferme razionali. In questo l’intelletto ha una sicura guida nell’illuminazione divina, concetto ripreso da Sant’Agostino e riproposto anche da San Bonaventura da Bagnoregio.