Il 28 ottobre del 312 d.C. sui declivi di Saxa Rubra, presso ponte Milvio avvenne una battaglia tra gli eserciti romani di Costantino e Massenzio. L’epicentro fu presso il Casale di Malborghetto ( cosiddetto per le devastazioni compiute dagli Orsini sul finire del Quattrocento ) al km 19 della Flaminia, nel punto in cui la consolare incrocia l’antica via proveniente da Veio e che ingloba l’arco quadrifonte romano creato per celebrare la battaglia. Ma veniamo alle cause che hanno portato allo scontro e le conseguenze della battaglia nel futuro di Roma e di un’intera civiltà.
Con la morte dell’imperatore Numeriano nel novembre del 284, fu elevato alla porpora imperiale il generale Diocleziano che essendo un soldato, divise il potere prima in due e poi in quattro: due augusti e due cesari. Nasceva nel 293 d.C. la Tetrarchia:
- Diocleziano controllava le province orientali e l’Egitto
- Galerio le province balcaniche
- Massimiano governava l’Italia e l’Africa settentrionale
- Costanzo Cloro ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia
Il sistema si rivelò efficace per la stabilità dell’impero, tutto il territorio venne ridisegnato con relativa divisione in dodici diocesi, tre per ognuno dei tetrarchi e rette da vicari e a loro volta suddivise in 101 province. Il primo maggio del 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono, i loro due cesari divennero augusti, che a loro volta nominarono Massimino Daia per Galerio e Flavio Valerio Severo per Costanzo Cloro. L’anno seguente tuttavia il sistema andò in crisi, quando morì Costanzo Cloro e venne proclamato augusto Costantino, figlio illegittimo dell’imperatore defunto, per acclamazione dalle truppe stesse. Qualche mese più tardi a Roma , i pretoriani proclamarono imperatore Massenzio, figlio del vecchio Massimiano ripristinando il principio dinastico. Nel 308 Diocleziano e Massimiano, in rotta con il figlio, si incontrarono a Carnuto per cercare di riportare l’ordine, ma si arrivò ad avere quattro augusti che nel 311, alla morte di uno dei quattro, si coalizzarono per andare contro Massenzio.
Quando Costantino scese in Italia per punire l’usurpatore ed annettere quella parte d’Occidente che rifiutava il suo dominio, egli non è ancora un cristiano. A Gand, nei Vosgi, ebbe una visione presso il tempio di Apollo che lo equiparava al dio sole. Sbaragliò quindi le forze del tiranno a nord fino a giungere alle porte di Roma. Il sogno di Massenzio era quello di ripristinare la grandezza di Roma, alcuni tra i suoi progetti furono la grandiosa basilica sul Palatino e la ricostruzione del tempio di Venere e Roma.
Alla vigilia della battaglia decisiva, a Costantino apparve in sogno il dio dei cristiani promettendogli una vittoria nel segno della croce: “In hoc signo vinces” ( Con questo segno vincerai ). Il 28 ottobre del 312 accadde una cosa inspiegabile alla luce della ragione: Massenzio, che ha fatto distruggere ponte Milvio per frenare l’avanzata dell’avversario, anziché attenderlo al sicuro dentro le mura gli muove contro, forte di un esercito tre volte superiore. Schierò però così male questa grande massa di uomini Romani, Italici ed Africani, che, spalle al Tevere, vi finì dentro arretrando davanti all’esercito di Costantino che guidava di persona l’assalto. Massenzio nella ressa finì nel Tevere, dal ponte di barche costruito per sostituire ponte Milvio e affogò nel fiume sacro a Roma. La sua testa staccata dal corpo recuperato dalle acque, fece il giro della città al seguito del vincitore che non infierì sulla popolazione che lo acclamava.
Un anno più tardi, nel 313, fu promulgato l’editto di Milano o editto di tolleranza a nome di Costantino I, imperatore dell’impero d’Occidente e Licinio, imperatore dell’impero d’Oriente. In questa legge veniva posta ufficialmente fine alle persecuzioni religiose e fu proclamata la neutralità dell’impero nei confronti di ogni fede.
Il comportamento di Costantino nei confronti del cristianesimo ha dato spazio a molte controversie, soprattutto nel valutare il suo comportamento pubblico. Prima della battaglia di ponte Milvio si sarebbe convertito al cristianesimo grazie all’apparizione di Dio che gli promise la vittoria anche con un esercito inferiore a quello dell’avversario. L’editto fu il frutto di una sempre maggiore influenza del cristianesimo sugli uomini di potere e forse anche senza l’intervento di Costantino tale ideologia avrebbe avuto un numero sempre maggiore di proseliti a Roma.