Personaggio sfuggente e privo di iconografia, Calus è identificato dagli Etruschi come il mondo dell’oltretomba e degli Inferi. Il documento più antico riguardante questo personaggio è la Tegola di Capua, il famoso calendario religioso della città campana risalente al IV secolo a.C., che riportava prescrizioni religiose da compiersi in occasione di specifiche festività durante l’anno, dedicate di volta in volta a divinità diverse, fra le quali spiccano alcuni nomi noti come Tinia, Laran, Suri, Thanr ed appunto Calus.
Il lato B del Piombo di Magliano, un disco ovoidale di piombo ricoperto da una lunga iscrizione etrusca, inizia con il nome Calus, al quale in un secondo tempo è stato aggiunto il nome della compagnia Mlach Thanra. Alla maniera dei Greci, quindi, anche in Etruria, l’Aldilà era governato da una coppia di dei. L’esistenza di un culto per questo dio è confermata da altre due iscrizioni del V e IV secolo a.C. che registrano l’appartenenza allo strumentario rituale di un mestolo ( simpulum ) di bronzo da Vulci e una coppetta a vernice rossa da Castellazzo della Garolda ( Mantova ).
Da questi documenti si rileva che il culto di Calus come dio degli Inferi partì già dal V secolo a.C. ed ebbe grande diffusione all’interno delle terre etrusche. Altre attestazioni più recenti concorrono invece a testimoniare che il dio dell’oltretomba era contornato da altre divinità denominate Calusur, letteralmente il plurale del nome del dio divino che potrebbe tradursi con “gli Inferi”.
In una coppia di iscrizioni funerarie appartenenti a due diversi personaggi della famiglia degli Alethna, sepolti in una tomba di Musarna, un insediamento nei pressi di Viterbo, la morte è descritta con un giro di parole che suona come “giacque nel luogo dei Calusur”. Da un’epigrafe proveniente da Tarquinia si fa riferimento ad un luogo di nome Calu, senza s finale, forse lo scriba intendeva riferirsi alla tomba con una perifrasi. Il sepolcro è quindi in Etruria, sede degli dei degli inferi e probabilmente in un luogo appropriato per il loro culto.
L’addio ad Admeto da parte di Alcesti. Stamnos a figure rosse di produzione vulcente. Il dio della morte Thanatos è qui rappresentato dai due Charun barbuti ed armati di martello |
Diversamente dagli dei Mani della tradizione latina, che rappresentano un gruppo di divinità funerarie di cui non si conosce il numero e l’identità individuale, i Calusur etruschi sono venerati anche singolarmente e possiedono nomi propri, in base ai quali è possibile riconoscere una profonda differenza dalle altre religioni classiche.
L’espressione munis calus o calusuras ( luogo di Calu o dei Calusur ), con cui si indica la tomba, trovano confronto diretto con la tradizione omerica. Le immagini etrusche di Aita, Ade greco, lo ritraggono con pelle di lupo ed accompagnato dalla compagna Phersipnai, Persefone greca. Abbiamo anche il dio Suri etrusco che si può accostare ad Apollo o le scritte ritrovate di Achrum che tradotto potrebbe essere l’Acheronte. Probabilmente gli etruschi furono molto influenzati dalla cultura greca, almeno per quello che riguarda il culto della morte… o forse è vero il contrario?