Un vecchio sul letto di morte chiamò a sé i quattro figli per spiegare come dovevano comportarsi, dopo la sua morte, per la divisione dei beni. Disse loro che in caso di controversie dovevano recarsi presso l’oasi di Najran dove il capotribù era un suo amico molto saggio che li avrebbe di certo aiutati.
Dopo la morte dell’uomo i suoi quattro figli non riuscivano ancora ad accordarsi sulla successione dei beni del padre. Uno di loro propose di andare presso l’osai di Najran come gli aveva consigliato il padre prima di morire.
Lungo il cammino si accorsero casualmente delle tracce di un cammello, il primo ragazzo disse che quell’animale doveva essere cieco da un occhio, il secondo asserì che doveva anche essere zoppo e dagli altri due venne fuori che probabilmente aveva perso la coda ed anche il padrone. Continuata la marcia si incrociarono con un cammelliere che chiese loro se avessero visto un cammello. Il primo dei fratelli disse: “Un cammello cieco da un occhio?”, il secondo: “Anche zoppo?”, il terzo: “Era un cammello senza coda?” ed infine l’ultimo: “E vagava nel deserto perché aveva perso il suo padrone?”. Il cammelliere rimase stupito dall’esattezza delle loro affermazioni, ma disse che probabilmente era un cammello simile al suo. Uno dei ragazzi allora replicò: “Aveva un sacco di grano da una parte?”, un altro di loro: “Dall’altra aveva un vaso ricolmo di miele?”, infine un altro: “Era anche cavalcato da una donna incinta?”. A questo punto il cammelliere pensò che se i ragazzi sapevano tutte quelle cose esatte sul suo cammello, certamente erano loro che l’avevano rubato, ecco perché la bestia con il suo carico non si trovava. Allora il cammelliere condusse i ragazzi all’oasi di Najan, la sua tribù che era lì vicino e li portò davanti al capo, amico del padre dei ragazzi, accusandoli di furto.
Di fronte al capotribù i ragazzi dissero che non avevano mai visto il cammello, questi allora chiese loro di spiegargli come avessero fatto ad avere tutte quelle informazioni esatte. Il primo disse di aver notato come solo le erbe su un solo lato della strada fossero state brucate, ecco perché pensava che il cammello fosse cieco da un occhio. Il secondo affermò che non tutte le tracce sul terreno avevano la stessa profondità e questo lo induceva a pensare che il povero animale fosse zoppo. Il terzo fratello disse che gli escrementi sulla strada non avevano forma irregolare come quando un cammello ha la coda. Il quarto infine spiegò come la bestia brucasse non in linea, ma in modo irregolare per aver perso la guida del padrone. Il capotribù allora chiese come avessero capito, senza averlo visto, quello che il cammello portava. Tutti e quattro i fratelli allora risposero all’unisono che avevano notato una lunga fila di formiche a destra che portavano dei chicchi di grano, mentre a sinistra delle mosche che si agitavano sul miele versato. Il cammelliere allora chiese una spiegazione su come avessero indovinato che sul cammello c’era una donna e per di più incinta. Uno dei ragazzi allora rispose per tutti: “Abbiamo trovato dei lunghi capelli di donna e abbiamo visto che ad un tratto si è seduta per riposarsi, quando è andata per rialzarsi ha dovuto appoggiarsi sui palmi delle mani perché probabilmente era pesante, per questo abbiamo pensato che fosse stata una donna incinta”.
Tutti nella tenda rimasero attoniti e si guardarono l’uno con l’altro per poi rendersi conto che i quattro fratelli stavano dicendo la verità. Il capotribù allora li accolse con i più grandi onori ed una volta risolta la controversia per l’eredità del padre li congedò riempiendoli di regali, strappando però una promessa ai fratelli: se nella tribù avessero avuto bisogno di cercare qualcosa o qualcuno, sarebbero dovuti intervenire loro, data la straordinaria abilità di osservatori di tracce.