Il territorio di Nazca è caratterizzato da una serie di piccoli torrenti che qui convergono, però questo luogo, nel passato, non ha mai ospitato più di circa 25.000 individui. Queste genti sono divenute popolari soprattutto per i grandi geoglifi ottenuti togliendo la superficie scura sullo sfondo più chiaro. Tuttavia le popolazioni di questi luoghi in passato erano conosciute soprattutto per l’arte della ceramica policroma e per i tessuti estremamente eleganti di lana d’alpaca.
La civiltà Nazca ebbe origine tra il bacino omonimo ed il Rio Ica intorno al 200 a.C., giusto alla fine di una grande siccità. La tradizione della ceramica policroma dei Nazca è stata suddivisa in otto periodi o fasi. La prima fase ebbe origine dall’arte di Paracas con introduzione di motivi naturalistici di animali e frutta. Con le fasi dalla seconda alla quarta, dette “Monumentali”, aumenta il realismo di animali, piante e demoni su sfondi bianchi o rossi. Nella quinta fase Nazca si ebbe un’innovazione dei disegni, comparvero teste umane e demoni privi di corpo con un arricchimento della bellezza degli sfondi.
Nel sesto e settimo periodo si aggiunsero raffigurazioni di scene militari e guerresche. Nell’ottava fase gli ambienti si fanno frammentati con figure umane e demoniache che si intrecciano. Da studi fatti con il carbonio 14 è possibile datare la fine dell’ottava fase attorno al 600 d.C., anche se alcuni studiosi ritengono che possa arrivare fino alla fine del 750 d.C.
Oltre alle belle ceramiche policrome, la civiltà Nazca era rinomata anche per i tessuti, nelle sue vallate venivano creati i lavori tessili più belli dell’antico Perù. Derivate dalla tradizione Paracas, le tecniche dei Nazca erano ancora più raffinate al punto che le decorazioni venivano inserite prima sui tessuti che sulle ceramiche. A Nazca comparve per la prima volta il mantello di alpaca la cui lana veniva dai grandi branchi della sierra, forse la regione di Ayacucho, in stretta relazione con le comunità costiere andine.