L’impero ottomano nacque intorno al Duecento da una tribù capeggiata dall’emiro Ertugrul che emigrò con intenzioni bellicose nella regione a ridosso dei territori bizantini. Il successore di Ertugrul, il figlio Osman I ( da cui deriva il termine Ottomani ) fondò nel XIII secolo un principato nella regione della Bitinia, a nord-ovest della Turchia. Da questa posizione i musulmani misero a segno molte vittorie conquistando vasti territori sotto l’influenza cristiana. Furono sottomesse moltissime città tra cui Gallipoli, Adrianopoli, Nicomedia, Sofia, Costantinopoli, il vero obiettivo degli Ottomani, che però riuscì a resistere, protetta dalle sue mura. Nel 1389 i musulmani riuscirono a conquistare la Grande Serbia e questo evento allarmò tutto il mondo cristiano d’Occidente, al punto che Sigismondo di Lussemburgo riuscì ad ottenere l’adesione di francesi ed inglesi ( impegnati nella guerra dei cent’anni ) con la benedizione di papa Bonifacio IX e dell’antipapa Benedetto XIII, per formare un esercito mai visto per numero nel Medioevo, ben centomila soldati. Dell’esercito facevano parte un buon numero di truppe dalla Germania, dalla Valacchia e dalla Transilvania che pur essendo ortodossi videro nei musulmani una minaccia alle loro porte. I Veneziani ed i Genovesi offrirono un supporto navale, non mancavano gli ordini monastici-religiosi come i cavalieri teutonici.
Sigismondo di Lussemburgo, nonostante una iniziale spavalderia, riteneva l’esercito Ottomano superiore in tattica e per questo asseriva che era meglio la difesa che l’attacco, i francesi invece erano fautori di una politica d’attacco, sicuri che l’armata cristiana avrebbe sopraffatto l’esercito turco e che sarebbero perfino arrivati alla Città Santa. Vinse questa seconda teoria, anche se il principe valacco Mircea I riteneva più prudente effettuare almeno una ricognizione sul territorio nemico.
L’esercito cristiano si apprestò ad invadere i territori Ottomani, anche per il fatto che il sultano Bayezid era impegnato per l’ennesima volta ad espugnare Costantinopoli. Le truppe crociate attraversarono il Danubio e conquistarono alcune città nei dintorni dell’attuale Bucarest, non senza problemi. Venne il momento di Nicopoli, la capitale ottomana sul Danubio, strappata nel 1393 ai Bulgari.
Nicopoli era molto fortificata ed aveva anche molte scorte di cibo al suo interno, tutto questo portò l’esercito cristiano, privo o quasi di macchine d’assedio, a non poter conquistare in tempi brevi la città. Gli abitanti della città resistettero fino all’arrivo delle truppe di Bayezid a cui si unì l’esercito serbo capeggiato da Stefan Lazarevic, quindi anche l’esercito turco si compose da circa centomila unità ed anche più organizzate.
All’alba del 25 settembre 1396 i francesi, contro l’inascoltato appello del sovrano d’Ungheria che li esortava a rimanere sulla difensiva, senza indugio partirono all’attacco con la loro cavalleria formata da circa 9000 unità, sicuri di poter sconfiggere il nemico. I cavalieri francesi cominciarono a scalare il pendio che li separava dalle truppe turche ed attaccarono la cavalleria leggera del nemico che ripiegò, forse per tattica. Lasciati sul campo i crociati furono investiti da una fitta pioggia di frecce che costrinse la maggior parte di loro a combattere a piedi. Molti arditi soldati riuscirono però ad incunearsi tra l’esercito turco ed arrivarono fino alla seconda linea. A questo punto però, la cavalleria leggera turca che prima si era ritirata, attacco l’ormai sparuto gruppo di francesi che non potevano avere l’appoggio dal resto dell’esercito in quanto staccatisi in precedenza durante l’assalto. Altri cavalieri francesi penetrarono ancora nelle linee nemiche, ma al termine trovarono il corpo d’élite del sultano che li sbaragliò senza fatica. L’esercito turco, una volta sconfitta la cavalleria francese ebbe vita facile contro l’altra parte dell’esercito e la battaglia e la crociata fu vinta.
Dopo quella crociata non ne vennero più fatte a causa delle guerre interne all’Occidente, ma anche i turchi non poterono avanzare in Europa a causa delle pressioni delle armate mongole a Oriente. Dopo la vittoria nella battaglia di Nicopoli il sultano Bayezid volle far costruire venti moschee, che poi alla fine fu una soltanto, nella città turca di Bursa, ma con ben 20 piccole cupole per testimoniare la disfatta dell’ultima crociata.