Per musica rinascimentale intendiamo la musica classica che è stata composta in Europa nel corso del Rinascimento e quindi tra il Quattrocento e il Cinquecento.
Proprio in quest’epoca, le circostanze storiche del continente europeo mutano dando un notevole impulso alle arti, musica compresa, soprattutto in Frianda e in Borgogna, facendo nascere così la scuola franco fiamminga. La Francia ricopre quindi un ruolo molto importante all’inizio del Rinascimento, nello sviluppo di nuovi fenomeni attinenti alla musica.
Mentre compositori come Guillaume Dufay e Josquin Des Prez studiano la teoria dell’armonia e nel resto dell’Europa si approfondisce il tema della musica sacra polifonica, la scuola fiamminga lavora sulla chanson francese, il frutto dell’opera ingegnosa di artisti e musicisti come Claudin de Sermisy e Clément Janequin. La chanson parisienne aveva dominato il mondo allora conosciuto, a partire dal XVI secolo fino alla sua fine, ed era nata nel cuore della Francia pre-Rinascimentale; è a partire dal 500 che essa si libera dal rigido stile medievale, per reinventarsi in un contesto meno convenzionale, più spigliato e popolare, sotto il nome di rondeaux, ballades e virelais. Un esempio mirabile è contenuto nella raccolta chiamata Odhecaton pubblicata a Venezia nel 1501.
Il Quattrocento non è solo musica, ma anche danza: dopo secoli di decadenza, quest’arte rifiorisce accompagnata da nuovi stimoli musicali e con delle movenze artistiche ed espressive del tutto nuove, sul ritmo della musica strumentale.
In Francia viene subito contrassegnata dal binomio bassedance-tourdion: “lenta-veloce”; si tratta di una danza che abbina un andamento lento e calmo ad uno più vivace e brioso, con un dinamismo unico.
La Francia Rinascimentale, dal punto di vista musicale, si distingue soprattutto per i suoi autori e le opere che essi hanno composto, prodotto, suonato.
Fra i più celebri ricordiamo innanzitutto il già menzionato Clément Janequin. Nato probabilmente a Châtellerault nel 1485, studia come sacerdote a Bordeaux e poi successivamente all’Università di Angers e dal 1530 inizia per lui un periodo molto proficuo, durante il quale comincia a produrre chanson e mottetti, fedelmente descritti dallo scrittore Attaingnant in quattro dei suoi volumi.
Prima di morire a Parigi nel 1558, Janequin diventa compositore, ma non ottiene mai in vita un riconoscimento ufficiale, nonostante fosse comunque divenuto famoso e apprezzato.
Janequin fu un compositore prolifico, compose almeno 398 chanson, 150 fra salmi e canti spirituali, almeno 250 canzoni profane; fra quelle più celebri si ricordano Chansons, Sacrae cantiones seu motectae, Inventions, L’alouette, La jalousie, Le rossignol, La chasse au lièvre, e altre ancora.
Una delle sue composizioni più famose, La bataille, riproduce suoni onomatopeici bellici; essa fu scritta appunto per celebrare la vittoria della Francia nella battaglia di Marignano. Un’altra, Le chant des oiseaux, imita invece il canto degli uccelli. Le sue composizioni, semplici ed evocative, sono ancora in grado di suggestionare l’ascoltatore.
Un altro grande compositore e gambista di origina francese, a suo tempo collaboratore di Pierre Attaignant, fu Claude Gervaise. Vissuto in stretto contatto con i musicisti della Chambre du Roi, inizia a pubblicare nel 1540 e durante la sua permanenza alla corte di Francia fu uno stimato didatta che compose un libro sull’insegnamento della viola, ora andato perduto.
La sua produzione è imperniata su degli arrangiamenti musicali, fra i quali ricordiamo la Troisième livre de danceries à 4 parties nel 1556. Tra i sette libri di danze che ha pubblicato, si ricorda in particolare la “Suite de danses” uscito nel 1557 dove sono raccolte diverse danze come la allemande, La pavane, La gagliarde, con uno stile prettamente rinascimentale e omofonico.
Un’altra raccolta “Pavane M’amye est tant honnest et saige” è stata resa molto famosa da Francis Poulenc nel 1935. Gervaise ha composto in tutto non meno di 46 pezzi fra chansons e danze, a tre e quattro voci.
Nominando i maggiori artisti e compositori rinascimentali francesi, non possiamo tralasciare Pierre Certon, nato a Melun nel 1510 e nel 1529 già nominato “clericus matutinorum” a Notre-Dame di Parigi. Diviene cappellano e cantore nella chiesa della Sainte-Chapelle, dove rimase fino alla morte sopravvenuta nel 1572, sempre a Melun.
Certon rimane uno dei compositori più fecondi e svolse un ruolo fondamentale nell’attività musicale di Parigi, distinguendosi per la raffinatezza delle sue opere. Tra le sue musiche polifoniche, sia sacre che profane, ricordiamo le Chansons pubblicate fra il 1533 e il 1572; più di trecento raffinate composizioni.
Il merito particolare di aver trasportato lo stile musicale del rinascimento italiano in Francia deve essere riconosciuto a Loyset Compère, nato ad Arras nel 1440; egli scrisse meno messe rispetto ai suoi contemporanei (o la maggioranza ne andarono perdute) e divenne famoso per aver scritto composizioni molto brevi, essenzialmente mottetti e canzoni. La sua musica risulta estremamente impregnata da uno stile borgognone, sintomo della sua formazione essenzialmente italiana e uno più leggero ed ironico, tipico dei compositori italiani di frottole. Fra i suoi pezzi si distinguono tre gruppi stilistici in particolare: i pezzi leggeri di stile italiano, i lavori in stile borgognone, le canzoni-mottetti medievali. Fra la produzione sacra ricordiamo anche il Magnificat e i mottetti religiosi.
Il mottetto-libero, una forma unica da lui sperimentata, è una particolare combinazione di canti popolari tipici dell’Italia e di influenza fiamminga con un risultato suggestivo.
Molte delle sue opere vennero stampate anche a Venezia e da lì si diffusero ulteriormente, anche grazie all’invenzione della stampa che la favorì maggiormente. Possiamo quindi considerare Compère uno dei maggiori compositori francesi del Rinascimento. Compère muore a Saint-Quentin il 16 agosto 1518.
Tra i suoi contemporanei ricordiamo Josquin Des Prez, anch’egli celebre per aver portato in Francia i mottetti tipici dello stile italiano rinascimentale e Thoinot Arbeau, anagramma del nome Jehan Tabourot. Nato a Digione nel 1520 diventa canonico a Langres nel 1574, è suo il celebre trattato sulla danza dal titolo Orchésographie composto secondo l’uso del tempo sotto forma di dialogo fra l’autore e un avvocato, Capirol. Il trattato contiene la descrizione di molte danze dell’epoca, le annotazioni riguardo alle melodie sulle quali esse venivano eseguite e infine delle nozioni sull’accompagnamento polifonico. Le illustrazioni, fatte con il metodo della xilografia, sono affiancate da spiegazioni teoriche e da cenni storici.