Il giovane Formoso nacque ad Ostia nell’816 da una famiglia modesta, ebbe comunque accesso a studi di alto livello in ambito religioso. La sua carriera fu da subito molto brillante, prima vescovo della vicina diocesi di Porto, poi chiamato dal pontefice Niccolò I a recarsi in Bulgaria dove aveva il delicato compito di diffondere il cristianesimo latino al posto di quello greco.
Alla morte di papa Niccolò I succedette Adriano II che aveva una politica diversa rispetto al predecessore, infatti negò a Formoso di recarsi presso lo zar di Bulgaria. Indispettito da quest’ordine del papa, Formoso aderì alla corrente degli oppositori di Adriano II che accusavano quest’ultimo di aver corrotto i costumi morali del clero.
Con il successore di Adriano II, Giovanni VIII, l’impero carolingio si disgregò portando sull’Italia le attenzioni della stirpe di Carlo Magno e più in particolare la chiesa scelse Carlo il Calvo come suo sovrano, questi però delegò il governo del regno agli alleati del ducato di Spoleto. Formoso non si schierò mai né da una parte né da l’altra, nonostante questo il papa lo accusò di essere un alleato dei tedeschi e lo scomunicò, per questo se ne dovette andare in Francia aspettando tempi migliori. Alla morte del papa e di Carlo il Calvo, Formoso chiese il pentimento e la cancellazione della scomunica con possibilità di ritornare in patria.
Formoso fu eletto papa nell’891 a furor di popolo, non per suo volere, anzi non era per nulla contento dell’investitura perché ormai ottantenne. Papa Formoso era schierato con i tedeschi ed era visto non di buon occhio dal ducato di Spoleto che inviò delle truppe a catturarlo rinchiudendolo a Castel Sant’Angelo. In aiuto del pontefice accorsero i tedeschi, che dopo qualche tempo se ne ritornarono in patria, gli spoletini ritornarono al contrattacco a vendicarsi del traditore Formoso. Il papa era molto vecchio e prima di essere catturato dagli spoletini morì.
Con la proclamazione di papa Stefano VI il periodo della Chiesa divenne molto buio, infatti questo pontefice è stato descritto come il più crudele della storia pontificia. Intorno ai seguaci di papa Formoso fece terra bruciata, eliminando tutti coloro che avevano ricevuto nomine da quest’ultimo. Oramai gli spoletini Ageltrude e Lamberto avevano il pieno controllo sulla chiesa con papa Stefano VI, al punto da voler umiliare papa Formoso anche dopo la sua morte.
Il macabro giudizio ebbe luogo nella basilica del Laterano, la salma di papa Formoso fu estratta dal sarcofago nel quale giaceva da oltre nove mesi e fu issata su un trono. A lato del trono con il macabro resto prese posto un diacono incaricato di fare il difensore di Formoso, imitandone perfino la voce come se questa venisse dall’oltretomba.
Formoso subì la peggiore delle condanne, l’annullamento dell’elezione a papa e la distruzione di ogni sua effige in qualsiasi luogo. Gli spoletini e Stefano VI non contenti ancora, fecero tagliare le tre dita dalla mano destra con il quale il papa impartisce la benedizione ai fedeli, inoltre il corpo di Formoso fu denudato, dato alla folla e gettato nel Tevere.
Dopo qualche giorno da questo macabro processo, “Sinodo del cadavere“, una parte della chiesa del Laterano crollò e dopo qualche mese anche Stefano VI morì. Tutto questo portò a pensare sia ai romani che agli spoletini che una sorta di punizione divina accadde ai fautori di quel macabro processo. Nell’897 Teodoro II riabilitò papa Formoso e la sua salma venne portata nella basilica di San Pietro, dove ancora oggi riposa.